Una video performance che usa la piattaforma Zoom come spazio d'azione e la sua condivisione social come prosecuzione verso l’audience, per definire un'opera collettiva sulla nostra attuale finestra sociale e su come il caricamento dei dati diventi metafora dell'attesa, di un tempo rimandato dove cambia il concetto di condivisione e di presenza. Nasce così un'opera visiva e sonora frutto sia dell'azione dei performers che dei limiti e regole imposti dal mezzo di comunicazione, il quale diventa filtro o amplificatore del messaggio. Il primo passo per ripensare l’atto performativo lavorando direttamente sui suoi addendi tempo, corpo e spazio, ripensando il concetto di condivisione e di interazione sociale attraverso le metodologie di comunicazione e la grammatica dell’opera dal vivo.