Alles ist Blatt Studio è un progetto molto specifico, che intreccia all’interno di una documentazione un momento di ricerca e produzione artistica con lo studio visit aperto al pubblico, angolando spazi e opere all’interno di un’unica dimensione soggettiva, dove lo spazio attorno alle opere, lo spazio interno alle tele, le piante vere e raffigurate, flettono le forme sulla quarta dimensione. Sebbene Alles ist Blat Studio sia realizzato nei due atelier catanesi di Barbara Cammarata, molto diversi per volumi, stile e disposizione, prevale invece una cifra intima, unica, che è poi l’intersecazione che si ritrova proprio in tutti i suoi lavori che sono espressi su un piano liminale, psichico e metafisico. In un momento in cui la società globale trova nelle misure del lockdown la necessità di chiudersi in ottemperanza alle misure precauzionali contro la pandemia, Barbara Cammarata invece usa i luoghi per schiudersi, dove la dimensione agreste, urbana e casalinga, si manifesta secondo l’affermazione che in Goethe, appunto Alles ist Blatt, rimanda al “tutt’uno assoluto”, una unità intercettata tramite una sensibilità stilistica ma anche una pratica spirituale. Alles ist Blatt Studio è anche un’espressione specificatamente mediterranea, poiché la Sicilia, e questo Studio ne incarna forme, luci, ombre, decori e spoglie, è prima di tutto un luogo di convergenza, spazio di sintesi culturale e sinestesia. Barbara Cammarata persegue un modello transdisciplinare che va dalla pittura alle installazioni, dove le produzioni tessili così come le gamme cromatiche pittoriche, rivelano livelli intrinseci; i colori primari si sovrappongono ampliando i toni in quello che è una fecondazione-germinazione-trasformazione, lo stesso processo che Goethe nell’affermazione “Alles ist Blatt” dedicava proprio alla vita che si rivela nelle sue continue metamorfosi; una vita che, trascendendo l’uomo e l’ambiente e andando al di là delle sommatorie che essi rappresentano e delimitano, si manifesta in un’entità superiore. Alles ist Blatt Studio è il tentativo di un doppio sguardo su tale entità, sia da parte dell’artista, ma anche uno sguardo sull’artista, dove l’ambiente in cui lavora, lo studio come luogo, appunto non è disgiunto dallo studio come pratica, e gli esseri che vivono nelle tele come guardiani barocchi e ibridi, non sono rappresentazioni fantastiche, ma le essenze del reale.